«La cultura è l'arma per liberarsi, per non essere schiavi», ha esordito così il direttore di Radio 3 durante la presentazione di Un millimetro in là. Il giornalista ha conversato con il pubblico del festival A tutto volume e ha sottolineato come internet e le nuove tecnologie hanno aumentato le nostre possibilità di accesso alla cultura
Un millimetro in là. Intervista sulla cultura, non è un libro che parla di cultura ma di come e perché farla. La cultura è la condizione necessaria per autodeterminare la propria vita e per liberarla. Ma le tecnologie, i linguaggi, le modalità di creazione e di trasmissione hanno cambiato rapidamente e in profondità il modo di farla e di fruirla. «Nelle nostre librerie ci sono pochi cd ma abbiamo tanta musica come mai prima d'ora», sottolinea Sinibaldi. «Mi piacerebbe che lo spazio vuoto lasciato dai cd venisse riempito dai libri. Purtroppo però insieme alle nostre taglie l'unica cosa che cresce nelle nostre case è lo schermo dei televisori».
Quindi nonostante la grande disponibilità di contenuti, la nostra conoscenza si può arricchire tanto solo se si è disposti ad andare in profondità. Dovremo avere un pensiero il più lungo e il più largo possibile. Lungo nel tempo, verso il futuro, e largo nello spazio, nell’apertura alle differenze.
«Un millimetro in là non è un vero è proprio libro, io dico che è un non libro. È una lunga conversazione, è una cosa nata a Radio 3 nello stile delle conversazioni alla radio. Porta con sé un forte elemento di libertà come quella della radio e dell'oralità», ha spiegato Sinibaldi durante una piacevole intervista su Radio Zammù.
In questo libro lei si interroga sul
futuro della cultura alla luce dei cambiamenti tecnologici, si chiede
cosa diventeremo, si interroga non sulla fine ma sul fine.
«La rete oggi ci offre la larghezza.
Le ultime generazioni hanno una possibilità che nessun'altra
generazione ha mai avuto. Spesso i giovani vedono nubi sul futuro, è
comprensibile. Ci sono molte ragioni, soprattutto economiche e legate
al mondo del lavoro, ma per il resto hanno delle possibilità di
accesso alla conoscenza e alla cultura che nessuna generazione ha mai
avuto. Tutta l'umanità ha sognato di poter comunicare come facciamo
noi: immediatamente, liberamente, esattamente e senza limiti».
L'estensione della rete si
contrappone alla necessità di profondità, alla voglia di andare a
fondo, scoprire le differenze e l'alterità. Ne siamo in grado?
Purtroppo la profondità non è
garantita da questo nostro linguaggio, la grande ampiezza mette un
po' a rischio la profondità. Quando siamo in rete spesso siamo più
superficiali o leggeri che nel resto della vita. Questo qualche
rischio lo comporta.
E la radio? Come è cambiata grazie
alla tecnologia?
La radio è già cambiata più di tutti
i mezzi di comunicazione. La radio era un mobile che stava al centro
della casa e ora è diventata immateriale. La televisione è sempre
uguale non è cambiata tanto, si è solo appiattita. La radio è
diventata leggera, si insinua, si può fare da qualsiasi piazza come
voi state facendo in questo momento. Il mobile è diventato una
radiolina, è finita dentro gli smartphone. La radio è un modello
delle cose che cambiano ma non muoiono.
Alessia Gazzola nella vita è medico legale non praticante e una scrittrice a tempo pieno. Il suo primo romanzo L’allieva, pubblicato nel 2011, ha venduto oltre sessantamila copie, un successo inaspettato. All'inizio di quest'anno è tornata in libreria con Le ossa della principessa, romanzo che ha presentato anche al festival A tutto volume
Ho tanti mi piace quindi esisto. Cosa siamo disposti a fare per 15 secondi di fama? A questa domanda ha risposto Loredana Lipperini nel libro Morti di fama. Abbiamo incontrato la giornalista e conduttrice di Radio 3 durante il festival A tutto volume, con lei abbiamo fatto un viaggio nel lato oscuro del nostro rapporto con Internet
All'ombra della cattedrale di San Giovanni di Ragusa è iniziata, ieri, la quinta edizione del festival A tutto volume che animerà la città fino a domenica. Vere e proprie star della prima giornata sono stati il giornalista Marco Travaglio e la scrittrice Alicia Giménez-Bartlett. La giallista spagnola ha aperto il festival letterario raccontando la storia e il carattere di Petra Delicado, ispettore di polizia protagonista dei suoi romanzi